Giulia Ruffino Psicologia Interiore. immagine di un ghepardo appollaiato sul ramo di un albero per l'articolo Sistemi motivazionali e meccanismi di difesa

Sistemi motivazionali, meccanismi di difesa e arousal

La storia dell’uomo iniziata quattro miliardi di anni fa, suggerisce quei mandati biologici che ci hanno guidato nel corso della vita come motori dell’evoluzione. Autori come Darwin, Ekman, Bowlby con la teoria dell’attaccamento e studiosi della prospettiva cognitivo-evoluzionista, condividono la tesi centrale che l’uomo, analogamente agli animali, abbia sviluppato delle tendenze psicobiologiche innate che regolano le sue emozioni e i suoi comportamenti per finalità adattive: i sistemi motivazionali.

Sulla base della teoria del cervello tripartito (o “trino”) formulata da Paul MacLean nei primi anni ’70, i sistemi motivazionali innati si possono suddividere in tre categorie: i sistemi motivazionali arcaici (SMA), legati alle motivazioni “rettiliane” di sopravvivenza e riproduzione (MacLean, 1984); i sistemi motivazionali interpersonali (SMI), relativi alle motivazioni sociali “limbiche” che spingono ad entrare in relazione ed a costruire legami con i propri conspecifici (Liotti, 1994); i sistemi motivazionali epistemici (SME), associati al cervello neocorticale, che consentono la ricerca e la costruzione soggettiva di senso e di significato da condividere con gli altri (Veglia, 1999).

I sistemi motivazionali interpersonali di accudimento, attaccamento, agonismo ritualizzato e sistema di rango, accoppiamento sessuale, cooperazione tra pari e appartenenze sono attivati o disattivati diversamente per ogni situazione, che può essere affrontata attraverso una posizione interpersonale appropriata (Liotti, 2008). Tra gli strumenti per la regolazione degli SMI c’è la regolazione delle risposte emotive di competenza del sistema limbico. Un evento traumatico può disregolare un sistema (es. attaccamento traumatico) e i suoi strumenti regolatori, attivando gli arcaici meccanismi di difesa attacco/fuga caratteristici del cervello rettiliano (ibidem).

Arousal

Arousal si riferisce al grado di attivazione e di regolazione neurovegetativa che ogni individuo presenta. In neurofisiologia, si utilizza anche per indicare uno stato di attivazione del sistema simpatico. Funziona da interfaccia per gli stimoli percettivi interni ed esterni che vengono elaborati dal tronco encefalico; rafforzati dall’attivazione delle strutture sottocorticali, come il talamo per l’intensità emotiva e il sistema limbico per l’attribuzione di significato; regolati e inibiti dalle strutture corticali, responsabili delle funzioni integratrici di memoria e coscienza. Il sistema neurovegetativo è un continuo alternarsi di processi di attivazione e inibizione, ad ogni respiro, perciò l’equilibrio è dinamico (Duffy, 1957).

L’attivazione fisiologica altera le emozioni (ansia) e i pensieri (negativi), impedendo ai sistemi motivazionali superiori (interpersonali, epistemici) di essere performanti e di funzionare correttamente. L’attivazione neurovegetativa ed emotiva prevale sulle strutture superiori che si disregolano, impendendo all’individuo di attivare le sue conoscenze semantiche e procedurali. In stato di arousal, le strutture frontali e prefrontali si spengono e intervengono le reazioni di sopravvivenza: i meccanismi di difesa (attacco/fuga) e il freezing.

L’iper-arousal è uno stato di “iper-vigilanza” in cui prevale il sistema nervoso simpatico con le risposte di difesa di attacco/fuga e freezing. Solitamente si manifesta con tachicardia, aumento della sudorazione, accelerazione del respiro, agitazione fisica e motoria, tensione muscolare, tendenza all’azione ed aumento delle capacità di attenzione e memoria.

L’ipo-arousal è uno stato di “morte apparente” che segue il fallimento dei meccanismi di difesa, in cui prevale il sistema nervoso parasimpatico con il faint. Si tratta di una reazione che si manifesta con confusione, disforia emotiva (alterazione dell’umore in senso depressivo) ed anedonia (incapacità di provare piacere).

La finestra di tolleranza

Daniel Siegel definisce “finestra di tolleranza” quel range di arousal ottimale all’interno del quale ci sentiamo regolati e le diverse intensità di attivazione emotiva e fisiologica possono essere integrate senza interrompere la funzionalità del nostro sistema (Siegel, 1999). All’interno della finestra di tolleranza le strutture frontali e prefrontali funzionano (Corrigan, 2011), è attivo il tratto ventro-vagale (Porges, 2001), i nostri SMI sono regolati (Liotti, 1995) e ci troviamo nell’area di “ingaggio sociale” (Porges, 2011) in contatto con la nostra conoscenza e con gli altri.

La teoria polivagale di Porges spiega come la mancata inibizione del sistema di difesa da parte del sistema di attaccamento una volta che l’evento traumatico sia terminato, favorisca uno stato dissociativo: se attacco/fuga non funzionano, è probabile che l’unica difesa possibile sia la finta morte, con l’attivazione del nucleo dorsale del vago che ostacola le funzioni integrative superiori della coscienza (Porges, 2001).

Riferimenti

Anderson, J. R. (1993). Problem solving and learning. American Psychologist, 48(1), 35–44.

Corrigan, F. F. (2011). Autonomic dysregulation and the Window of Tolerance Model of the effects of complex emotional trauma. Journal of psychopharmacology (Oxford, England) 25, pp. 17-25.

Duffy, E. (1957). The psychological significance of the concept of 'arousal' or 'activation. Psychological Review, Vol 64(5), Sep, 1975, pp. 265-275.

Gross. (1998). Antecedent- and response-focused emotion regulation: Divergent consequences for experience, expression, and physiology. Journal of Personality and Social Psychology, 74, pp. 224–237.

Gross. (2001). Emotion regulation in adulthood: timing is everything. Curr. Dir. Psychol. Sci. 10, 214-219.

Gross. (2002). Emotion regulation: affective, cognitive, and social consequences. Psychophysiology, 39, pp. 281–291.

Koole, S. L. (2011). “I feel better but I don't know why”: the psychology of implicit emotion regulation. Cognition and Emotion. Vol 25(3), Apr, 2011, pp. 389-399.

MacLean, P. (1984). Brain evolution: the origins of social and cognitive behaviors. J. Child. Contemp. Soc. 16 , 9-21.

Porges, S. W. (2001, Oct Vol 42(2)). The polyvagal theory: Phylogenetic substrates of a social nervous system. International Journal of Psychophysiology. Special Issue: A "snapshot" of psychophysiology at the end of the twentieth century. Vol 42(2), Oct, 2001, pp. 123-146.

Porges, S. W. (2011). The Polyvagal Theory: Neurophysiological Foundations of Emotions, Attachment, Communication, and Self-regulation. New York: W. W. Norton & Co.

Sullivan, M. B. (2018). Yoga therapy and polyvagal theory: The convergence of traditional wisdom and contemporary neuroscience for self-regulation and resilience. Front. Hum. Neurosci., 12, 27 Feb 2018.

 

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