Coronavirus e consapevolezza individuale
Come possono ordinanze e divieti agire sulla consapevolezza individuale? E come fanno degli individui inconsapevoli a contenere la diffusione di disinformazione, povertà, virus e paura, nell'era della globalizzazione e della massima interconnessione?
La divulgazione scientifica promuove la coscienza civica, quella che non ci fa starnutire addosso alle persone, ed è utile quando educa al buon senso. La scienza può darci informazioni su cui riflettere quando offre pareri disinteressati, ma è limitata perché non libera dalla paura (in stile “liberaci della paura, amen”). Ci sono luminari della scienza spaventati per qualsiasi cosa, che fanno esami su esami per accertarsi di non essere malati e che si vaccinerebbero contro la morte se fosse possibile.
Questo accade perché il metodo scientifico è fondato sulla produzione di ipotesi che possono essere dimostrate, ma che lasciano sempre un margine da dimostrare. Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra avvalorare delle ipotesi e partire dal presupposto che queste siano vere, nel secondo caso è facile cadere nel dogmatismo. Le conseguenze pratiche sono evidenti: se un comune cittadino può stare con i suoi dogmi per tutta la vita senza troppi danni, un uomo di potere può imporre dei comportamenti agli altri, non curante della violazione del libero arbitrio. Tenendo presente che la ricerca scientifica non è stata usata soltanto a servizio degli esseri umani, ma che la storia l'ha vista spesso a fianco dello sviluppo militare, non è complottismo affermare di vivere in un mondo retto dal conflitto e da giochi di potere.
La consapevoelzza individuale
Ritornando all’opera di divulgazione scientifica, è indubbio che sia utile per informare le persone e contrastare l’ignoranza, ma la conoscenza è solo un aspetto della consapevolezza individuale che è l'unico elemento in grado di far funzionare l'intelletto contemporaneamente ad una buona dose di intelligenza emotiva.
Lasciare che sia un'autorità a stabilire che cosa sia giusto e che cosa sbagliato, è senz’altro rassicurante, ma ci rende deboli e addormentati. Scegliere di annullare il proprio sentire individuale in nome di un Dio, della scienza, di qualche personaggio del momento, è pericoloso e ci lascia esposti ad attacchi di ogni genere.
L'incapacità di scegliere per sé stessi e di assumersene la responsabilità porta alla paura, la stessa paura che porta all’adozione di misure di emergenza per contenere il panico collettivo. Un gregge di esseri umani spaventati e privi di senso critico, pronti a cercare rifugio nella prossima convinzione delirante, in nome di una morale a cui si sottomettono e che impongono agli altri con aggressività e violenza. Incuranti dell'importanza di sviluppare una consapevolezza individuale, ci svegliamo nei momenti di crisi quando ormai è troppo tardi e soccombiamo alla paura. Essere consapevoli non significa essere pieni di informazioni, ma avere la capacità di discernimento necessaria per navigare in un marasma di notizie, scartando quelle inutili che inquinano i pensieri e che vogliono condizionarci.
Riconoscere che i media, i politici e gli scienziati fanno il loro gioco, non significa attribuire loro la responsabilità delle disgrazie planetarie. La mancanza di consapevolezza porta alla ricerca di salvatori e colpevoli, in ogni caso a dipendere da un'autorità esterna. Quando riusciremo ad essere per noi stessi l'unico vero punto di riferimento, forse saremmo in grado di affrontare qualsiasi difficoltà fisica ed emotiva e di apportare a questo pianeta una reale e duratura innovazione.
Ottobre 25, 2024
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