Cosa significa Ricerca interiore?
Per rispondere alla domanda mi farò aiutare da tre principi che accomunano la visione di Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, chiamata anche “del profondo” o “complessa”, all’Oriente, nello specifico lo Yoga Indiano e il Buddhismo Zen. Una ricerca interiore può essere definita come la propensione dell’uomo a capire chi è, cosa desidera e il senso della sua vita. Rappresenta la spinta dell’uomo a trascendere la sua condizione in un processo di individuazione di Sé, come lo chiama Jung, con l’attivazione della “funzione trascendente”. La funzione trascendente è la funzione psicologica che ci permette di trasformare la nostra personalità nell’incontro con l’inconscio, un vero e proprio tramite tra conscio e inconscio. Ecco, chiedendomi che cos’è una ricerca interiore, mi sono venuti in mente questi tre principi: IMMOBILITA’, INTROVERSIONE, SE’
IMMOBILITA’
L’immobilità praticata dalle filosofie orientali, come ad esempio, la meditazione indiana e la concentrazione zen, è per Jung la paralisi dell’Io di fronte al Sé, cioè l’astensione dell’Io cosciente di fronte ai contenuti dell’inconscio che provengono dal Sé e si presentano all’Io sottoforma di immagini.
Per gli Yoga sutra di Patanjali, testo di filosofia indiana, l’immobilità è riassumibile nel concetto di Yoga Citta Vritti Nirodah, cioè sospensione della produzione illusoria della mente. Nel Buddhismo Zen, l’immobilità richiama quella capacità di concentrare l’attenzione sul momento presente (il famoso Qui ed Ora) con l’attitudine di un osservatore distaccato, aperto e non giudicante. Per ricollegarci alla nostra epoca. Siamo sempre più abituati a vivere all’esterno, in un mondo che ci offre esperienze e ci chiede di stare al passo con i tempi degli altri, del lavoro. Ad un certo punto, possiamo provare rifiuto verso ciò che è prestabilito, che siano regole sociali o la nostra personalità per come si è formata fino a quel momento. Possiamo provare il desiderio di arrestare qualsiasi moto e di abbandonare ogni idea di cosa si deve raggiungere e perché, per scoprire cosa c’è già. Questo per me è il primo passo di una ricerca interiore.
INTROVERSIONE
È curioso, quando pensiamo di fermarci, lì inizia sempre un nuovo movimento, che è una vera e propria inversione di marcia. Questa è l’introversione, il movimento diretto a ciò che è interiore. Non c’è una chiara definizione sul senso di “interiore”, come non penso esista una netta separazione tra interiore ed esteriore, ma è evidente che siamo un’epoca in cui il positivismo dell’Ottocento, padre della scienza, ci ha abituato ad un approccio esteriore al mondo legato alla razionalità e al pensiero. Per Jung, l’introversione, intesa come modalità di fare esperienza e conoscenza del mondo, era tipica dell’India. Ma la rivide anche nella nascita della psicoanalisi e della nozione di inconscio, che con la morte di Dio di Nietzsche e il Faust di Goethe, come eventi rappresentarono il contraccolpo al culmine di una modernità razionale che secondo Jung, sostenne e inflazionò la coscienza collettiva.
La mentalità estroversa del pensiero scientifico occidentale fece pensare che “è buono tutto ciò che è dato dall’esterno” e questo avrebbe inflazionato la coscienza collettiva, da lì il boom della fascinazione per l’Oriente di fine Ottocento con la nascita della Società Teosofica della Blavatsky. Secondo Jung, fiero figlio di Kant che affermò di essere un empirico, un fenomenologo che sospende il giudizio di fronte a posizioni metafisiche, la psicologia analitica poteva essere l’equivalente dello Yoga, cioè un’autoeducazione all’introversione. Quindi una ricerca interiore che passi dallo Yoga, dalla analisi, è fatta di introversione.
SÈ
L’introversione ha uno scopo, la conquista del Sé, della nostra totalità psichica attraverso quello che Jung ha definito “processo di individuazione”. Il mandala è il simbolo del Sé. Mandala, tradotto come “cerchio” è simbolo dell’archetipo del Sé, rappresenta il processo di individuazione che si compie nel progressivo decentramento dell’Io attraverso la circuambulatio, l’andare dalla circonferenza al centro. L’idea di Jung è che lo scopo della vita di un individuo debba essere non di sopprimere o reprimere, ma di arrivare a conoscere l’altro da sé, potendo godere e controllare l’intera gamma delle proprie capacità (in un detto più noto Nosci te ipsum, Conosci te stesso).
Il processo
Il processo di individuazione dell’Io consisterebbe nel dischiudersi al Sé, un compito (dharma) etico per ciascun individuo che, rimanendo all’oscuro di sé stesso, sarebbe continuamente portato a proiettare nel mondo i suoi contenuti inconsci, senza davvero entrare in rapporto con l’Altro. Il ritiro delle proiezioni viene prima di tutto dal confronto con il lato oscuro di noi e può essere definito come “disidentificazione”, termine conosciuto dagli amanti di Gurdjeff o pratyhara, uno degli otto stadi del sentiero descritto da Patanjali.
Il processo di individuazione avviene con l’integrazione delle quattro funzioni descritte da Jung: sensazione e pensiero, caratteristiche dell’Occidente, che tende a percepire con la sensazione e a valutare con il pensiero, intuizione e sentimento, caratteristiche dell’Oriente che tende a percepire con l’intuizione e a valutare con il sentimento).
Questo processo condurrebbe all’attivazione di una quinta facoltà che è la funzione trascendente, quella che ci permette di riconoscere il mandala, il Sè. È interessante aggiungere che per Jung, il successo dell’Oriente non sia stato solo una moda, ma un vero e proprio bisogno psicologico volto a compensare le funzioni della coscienza collettiva e individuale.
Per concludere, la ricerca interiore è un completo e serio studio di Sé che coinvolge tutte le funzioni, sensazione, pensiero, sentimento, intuizione, soprattutto quella trascendente o spirituale, prendendo da Occidente e da Oriente. Quando viviamo distaccati dal Sé siamo lontani dalle nostre radici e abbiamo scarse possibilità di sentirci appagati e vitali. Non si tratta quindi solo di conoscenza intellettuale, ma prima di tutto percettiva. Un cambiamento della percezione di Sé e del mondo.
Buona ricerca